Rimangono solo scarse informazione sulla manifattura di arredamento danese P. Jeppesen Møbelfabrik A/S, nonostante abbia raggiunto un grande successo tra gli anni '40 e '60, producendo lavori di famosi designer come Ole Wanscher (1903-1985) e Grete Jalk (1920-2006), insieme a quelli di designer meno noti come Wilhelm Wohlert, Gorm Lindum, Jørgen Posborg, Troels Grum-Schwensen, e Morten Gøttler.
A volte anche scritta Poul Jeppesen o PJ Furniture, la sua data di fondazione è ignota. Alcuni documenti, però, provano che negli anni '50 Wanscher lascia la sua azienda privata e si unisce alla P. Jeppesens Møbelfabrik come responsabile del design, un ruolo che manterrà per tutta la sua vita professionale.
Come è noto, i design di P. Jeppesen includono la sedia coloniale PJ-149 (1949), la sedia da pranzo Rungstedlund (1950 circa), ed il divano PJ-112 (1951) di Wanscher; e l'iconica sedia del dopoguerra GJ - anche conosciuta come sedia Shell (1963). Questo pezzo in compensato modellato ed impiallacciato in teak, presenta una forma in stile origami ottenuta attraverso un intricato processo di piegature e laminature; duranti i primi anni, la complessità della produzione limita la manifattura a solo poche centinaia di prodotti. Nonostante ciò, il Museum of Modern Art di New York se ne accaparra subito un esemplare lo stesso anno del debutto. Nel 2009, la sedia GJ torna in produzione con la manifattura danese Lange, e, sorprendentemente, le edizioni originali Mid-Century rimangono molto ricercate sul mercato vintage.