La pionieristica industria d'arredamento Sormani è una delle prime sostenitrici della modernizzazione nelle tecniche di produzione - rifiutando la lentezza dell'artigianato tradizionale, ed i legni duri in uso negli anni '50, Sormani preferisce materiali innovativi, come il palissandro brasiliano (importato per la prima volta proprio dall'azienda), ma anche la plastica e l'alluminio, negli anni '60 e '70.
Sormani presenta la sua prima collezione alla Fiera del mobile di Milano, nel 1961; nota con il nome di Fleeting di Studio ABC, la collezione è uno dei primi sistemi di armadi modulari di sempre. Nel 1966 Sormani comincia a produrre oggetti termoformati, come strutture di poltrone, accessori, e pezzi vari, utilizzando stampi - una tecnologia proveniente dall'industria automobilistica, che al tempo viene usata solo nel campo degli elettrodomestici, e delle cui possibilità le poltrone Nike ed Auriga di Richard Neagle sono i migliori esempi. Lo stesso anno, Sormani diventa la prima azienda a sperimentare con l'alluminio estruso, creando la collezione Ellisse (1967) firmata da Claudio Salocchi. In questo periodo Sormani si espande e raggiunge il mercato americano e quello giapponese, dove trova un enorme ed immediato successo. Nel 1968 Sormani inizia una collaborazione con l'architetto e designer Gio Ponti, che darà alla luce una vasta gamma di soluzioni storage colorate, modulari, e multiuso.
Nei primi anni '70 Sormani continua a spiccare nel settore immobiliare grazie alla propria dedizione alla ricerca ed all'esplorazione di nuovi materiali e tecniche lavorative all'avanguardia. Con la creazione di una sezione ingegneristica, all'inizio degli anni '80, Sormani è infine in grado di portare avanti progetti in maniera autonoma, operando a livello anche architettonico ed ingegneristico - facendosi carico di restauri e realizzazioni di interni di hotel, uffici, banche, palazzi governativi, università, eccetera.
Negli anni, Sormani collabora con molti importanti designer italiani, tra cui Joe Colombo, Gio Ponti, Carlo De Carli, Claudio Salocchi, Cesare Casati, Emanuele Ponzio, Nani Prina, Antonello Mosca, Fabrizio Cocchia, Gianni Songia, De Pas, D’Urbino, & Lomazzi, Studio A.R.D.I.T.I., Studio ABC (Achilli, Brigidini, Canella), Richard Neagle, e Pierre Cardin; progetti di spicco includono la dormeuse GS 195 di Gianni Songia (1963), il comò DC 154 di Carlo De Carli (1963), la Rotoliving Unit di Joe Colombo (1969) per la mostra del MoMA del 1972 Italy: The New Domestic Landscape, e la lampada da terra Ponte Floor di Studio A.R.D.I.T.I. e Gianni Gamberini (1971).
Per le sue campagne pubblicitarie, Sormani vince il premio Silver Printing-Press (1970) ed il Torchio d’Argento (1971); il premio Mercurio d’Oro per la migliore azienda (1971), ed il Delfino d’oro, premio della Città di Sanremo nel 1972. Il lavoro della manifattura può essere ammirato nelle collezioni di molti musei del mondo, tra cui il MoMA di New York, ed il National Museum of Modern Art di Kyoto.
Dopo il suo rapimento nel 1982, Luigi Sormani comincia a spostare l'attenzione della sua compagnia sempre di più verso l'estero, e si ritira dalla scena ufficialmente nel 2007. Il suo ultimo progetto è il restauro di una serie di oggetti di arredamento ed illuminazioni ritrovati dopo vent'anni in un magazzino.
Sormani muore nel 2017, all'età di 84 anni, a Seveso, Monza, Brianza.
La figlia Gloria ha di recente restaurato alcuni dei pezzi più importanti della collezione di famiglia, e riordinato l'intero archivio - che include foto, video, testimonianze audiovisive, e disegni originali del designer.