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Striking Mid-Century table with octagonal shape white Carrara marble top. Features an elegant sculpted modular support structure made by walnut . from the central join the legs extend downwards toward the floor , finished with bronze tips. This table can be disassembled and the top individually wrapped for easy transport. Domenico (Ico) Parisi was born in Palermo on 23 September 1916 of Sicilian parents, mostly resident in the Piedmont region of northern Italy. In 1925 the Parisi family moved to Como where Ico obtained his building technician’s diploma in 1936. After his studies Parisi was apprenticed to the firm of Terragni. This placement gave him the chance to meet important personalities of the day in the worlds of Italian architecture, art and culture, including Cattaneo, Lingeri, Radice, Rho, Bontempelli, Bardi, Persico, Ciliberti and Sartoris. Parisi established a heterogeneous design group, called Studio Tecnico Artistico Alta Quota, with his architect friends Fulvio Cappelletti, Giovanni Galfetti and Silvio Longhi. In this period, as well as a number of projects that in great part failed to come to fruition, two documentaries emerged that were filmed together at Costamagna and Galfetti, called Como+Como+Como and Risanamento edilizio della città di Como, (Reconstruction of the city of Como) and produced for the City of Como. In 1947 he married Luisa and with her opened his first furniture studio in 1948, which took the name of La Ruota, the wheel, that was a hub for design, art, exhibitions and cultural events. In 1952, at the urging of his friend Sartoris, he picked up his degree in architecture at the Institute Athenaeum of Lausanne. from the early nineteen fifties Parisi’s work as a designer of furniture and as an architect became even more intense and prolific. Since his very earliest projects, Parisi had taken on a methodological approach, already seen in the works of Carlo Belli and Alberto Sartoris, that saw the integration of the pictorial arts in design work, with the involvement of painters and sculptures in the design process, paving the way for a new way of doing architecture. Examples of the fruits of this method included the Casa Carcano in Maslianico (Como) of 1950, where, for the first time, artists such as Mario Radice and Fausto Melotti were involved, the Casa Bini in Como of 1951, the Pavilion Lounge at the 10th Milan Triennale of 1954, the ‘holiday home’ for the exhibition Colori e Forme nella casa d’oggi (Colour and Form in today’s home) held in Como in 1957, the Casa Parisi of 1958, the church of Santa Maria dell’Osa in Fonteblanda (Grosseto) of 1962/63, the project for the competition for the Monument to the Resistance in Cuneo (1962), the Casa Fontana in Lenno of 1967 and the house for Vivere Insieme (Living together) in Montorfano in 1969. The late nineteen sixties marked a turning point for Parisi’s exploration of the world of design. with the Contenitoriumani, (Human containers) made in collaboration with the sculptor Francesco Somaini and presented for the first at the Salone del Mobile in Milan in September of 1968, Parisi embarked on a new direction, seeking to define a new Utopian existential idea of living, while not completely abandoning the designing of buildings and furnishings. These investigations, carried out in collaboration with a group of artists, resulted in 1972 and 1973 in the design project Ipotesi per una casa esistenziale, or an idea for an existential house, presented for the first time in Paris in 1974. This was followed in the years 1974 to 1976 by the Arcevia operation, the culmination of the Parisian existential quest, approached in a combined, interdisciplinary mode with the involvement of art critics, artists, poets, filmmakers, musicians, sociologists and a working group aiming to design an entire existential community. The project was presented at the 76th Venice Biennale and subsequently exhibited at the National Gallery of Modern Art in Rome in 1979. from the explorations for an existential Utopia there followed graphic works that were dubbed by Parisi ‘plates of provocation’, variously entitled Utopia realizzabile, Apocalisse gentile, Crolli edificanti (Realisable Utopia, Gentle apocalypse and Edifying collapse), as well as the performance Libertà è uscire dalla scatola (Freedom is getting out of the box) and the urban installations Seals and Tower of Babel. These works have been the subject of numerous one-man and group exhibitions (including the Venice Biennial 1978, In/Arch in Rome 1979, the Museum of Ixelles Brussels in 1980, Palazzo dei Diamanti in Ferrara 1981, the Italian Cultural Institute in Paris and the ADP Cultural Centre of Lille in 1984 and others). In 1986 the first retrospective of his work was held at the Pavilion of Contemporary Art in Milan. In 1990 Luisa, his partner in life and inexhaustible source of creative energy, suddenly died. Though deeply shocked, Parisi continued his design work and exhibitions, with a major retrospective at the Palazzina dei Giardini in Modena followed by other personal exhibitions in Como and Modena. In 1992 he inaugurated his last provocative architectural work, Bobadilla, a multipurpose building designed in collaboration with Angelo Cassi. Ico Parisi died in Como on 19 December 1996
Tavolo di metà secolo con piano in marmo bianco di Carrara di forma ottagonale. La struttura di sostegno modulare in noce è elegantemente scolpita. Dalla giunzione centrale le gambe si estendono verso il pavimento, rifinite con puntali in bronzo. Questo tavolo può essere smontato e il piano può essere avvolto singolarmente per facilitarne il trasporto. Domenico (Ico) Parisi è nato a Palermo il 23 settembre 1916 da genitori siciliani, residenti prevalentemente in Piemonte. Nel 1925 la famiglia Parisi si trasferisce a Como, dove Ico consegue il diploma di tecnico edile nel 1936. Dopo gli studi, Parisi fu assunto come apprendista presso l'impresa Terragni. Questo tirocinio gli permette di conoscere importanti personalità del mondo dell'architettura, dell'arte e della cultura italiana, tra cui Cattaneo, Lingeri, Radice, Rho, Bontempelli, Bardi, Persico, Ciliberti e Sartoris. Parisi fonda un gruppo di progettazione eterogeneo, denominato Studio Tecnico Artistico Alta Quota, con gli amici architetti Fulvio Cappelletti, Giovanni Galfetti e Silvio Longhi. In questo periodo, oltre a una serie di progetti in gran parte non andati in porto, nascono due documentari girati insieme a Costamagna e Galfetti, intitolati Como+Como+Como e Risanamento edilizio della città di Como, prodotti per il Comune di Como. Nel 1947 sposa Luisa e con lei apre nel 1948 il suo primo studio di arredamento, che prende il nome di La Ruota, polo di design, arte, mostre ed eventi culturali. Nel 1952, su sollecitazione dell'amico Sartoris, si laurea in architettura all'Istituto Ateneo di Losanna. A partire dai primi anni Cinquanta l'attività di Parisi come designer di mobili e come architetto si fa ancora più intensa e prolifica. Fin dai primi progetti, Parisi aveva assunto un approccio metodologico, già visto nelle opere di Carlo Belli e Alberto Sartoris, che vedeva l'integrazione delle arti pittoriche nel lavoro di progettazione, con il coinvolgimento di pittori e scultori nel processo progettuale, aprendo la strada a un nuovo modo di fare architettura. Esempi dei frutti di questo metodo sono la Casa Carcano a Maslianico (Como) del 1950, dove per la prima volta vengono coinvolti artisti come Mario Radice e Fausto Melotti, la Casa Bini a Como del 1951, il Padiglione Lounge alla X Triennale di Milano del 1954, la "casa delle vacanze" per la mostra Colori e Forme nella casa d'oggi tenutasi a Como nel 1957, la Casa Parisi del 1958, la chiesa di Santa Maria dell'Osa a Fonteblanda (Grosseto) del 1962/63, il progetto per il concorso per il Monumento alla Resistenza a Cuneo (1962), la Casa Fontana a Lenno del 1967 e la casa per Vivere Insieme a Montorfano nel 1969. Con i Contenitoriumani, realizzati in collaborazione con lo scultore Francesco Somaini e presentati per la prima volta al Salone del Mobile di Milano nel settembre del 1968, Parisi intraprende una nuova direzione, cercando di definire una nuova idea esistenziale utopica dell'abitare, pur non abbandonando completamente la progettazione di edifici e arredi. Queste ricerche, condotte in collaborazione con un gruppo di artisti, sfociano nel 1972 e 1973 nel progetto di design Ipotesi per una casa esistenziale, presentato per la prima volta a Parigi nel 1974. A questo segue, negli anni 1974-1976, l'operazione Arcevia, culmine della ricerca esistenziale parigina, affrontata in modo combinato e interdisciplinare con il coinvolgimento di critici d'arte, artisti, poeti, cineasti, musicisti, sociologi e un gruppo di lavoro che mira a progettare un'intera comunità esistenziale. Il progetto è stato presentato alla 76a Biennale di Venezia e successivamente esposto alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma nel 1979. alle esplorazioni per un'utopia esistenziale seguirono opere grafiche che Parisi definì "tavole di provocazione", variamente intitolate Utopia realizzabile, Apocalisse gentile, Crolli edificanti, nonché la performance Libertà è uscire dalla scatola e le installazioni urbane Sigilli e Torre di Babele. Queste opere sono state oggetto di numerose mostre personali e collettive (tra cui la Biennale di Venezia del 1978, In/Arch a Roma del 1979, il Museo di Ixelles a Bruxelles nel 1980, Palazzo dei Diamanti a Ferrara nel 1981, l'Istituto Italiano di Cultura a Parigi e il Centro Culturale ADP di Lille nel 1984 e altre). Nel 1986 si tiene la prima retrospettiva del suo lavoro al Padiglione d'Arte Contemporanea di Milano. Nel 1990 Luisa, sua compagna di vita e fonte inesauribile di energia creativa, muore improvvisamente. Pur profondamente scosso, Parisi continua il suo lavoro di designer e le sue mostre, con una grande retrospettiva alla Palazzina dei Giardini di Modena seguita da altre personali a Como e a Modena. Nel 1992 inaugura la sua ultima provocatoria opera architettonica, Bobadilla, un edificio polifunzionale progettato in collaborazione con Angelo Cassi. Ico Parisi muore a Como il 19 dicembre 1996
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