Serigrafia e collage su carta Acquarello Fedrigoni 300 gr Cm 101 x 72 Esemplare numerato N. Di 100 Non incorniciata, firmata e numerata a mano dall’artista sul fronte. Presente certificato di autenticità e provenienza (firma e timbro a secco dell'editore con riferimento fotografico e numerazione) - SOGGETTO CINEMATOGRAFICO, OPERA ECCEZIONALE PER LA RARITA’ DEL SOGGETTO E LA SUA MATERICITÁ, IN CONDIZIONI PERFETTE, INTONSA - Viene spedita con imballaggio professionale tracciabile. In immagine si riporta un esemplare incorniciato a scopo esclusivamente illustrativo. La numerazione dell'esemplare consegnato potrà essere diversa a seconda della diponibilità. A disposizione per qualsiasi informazione BIOGRAFIA Mimmo Rotella è morto a Milano nel 2006 all’età di 87 anni: tutti vissuti sull’onda dinamica del proprio cognome, come una ruota velocissima che si incarnava, senza fronzoli, nei famosi décollages. Anni e anni da film scorsesiano per questo ragazzo di Catanzaro che arrivò a Roma nel dopoguerra, pronto come tanti ad inventarsi la vita. Andò anche due anni negli Stati Uniti tra ’51 e ’52, quindi tornò a Roma in cerca di novità e fuochi d’avanguardia. Una vita come un continuo strappo, un sovrapporsi di esperienze e suture, un collage di stimoli e colori emozionali. L’idea geniale di Rotella si chiamerà, come detto, décollage e sarà un modo eccellente di portare il rumore della città dentro il quadro. Dal 1954 l’artista, camminando in una Roma molle e meticcia, staccava manifesti pubblicitari dai muri e li ricomponeva su tela, ricreando il suono visivo delle “caverne” urbane, il colore primitivo della metropoli poliglotta. Dentro il quadro c’era il cinema ma anche la politica, la militanza incalzante e tutto il caos che investiva gli sguardi. Molto prima dei graffitisti alla Basquiat, prima della Pop Art, in concomitanza col riciclo urbano di Rauschenberg, Rotella registrava il malessere, la noia, le passioni collettive, i feticismi, il delirio politico. In poche parole, la vita con le sue contaminazioni ma anche le radici del futuro ’68, le derive ideologiche, la voglia crescente di gossip da copertina. Sono ormai icone le sue opere con Marilyn Monroe, John Wayne, Clark Gable, Liza Minnelli, Anita Ekberg… pezzi che da soli aumentano l’aura sacrale dei divi, proprio come accadde coi primi piani di Andy Warhol. Rotella e Warhol: due facce della stessa medaglia, stratificazione e sintesi davanti ai feticci, autori capaci di sentire la tristezza dietro l’eccesso, la follia dietro l’apparenza. Nei decenni il nostro artista è stato presente dentro musei e progetti di massimo livello internazionale. Ed è stato premiato, non dimentichiamolo, da un mercato che ha sempre amato i suoi ruggiti cartacei. Dal 1980 Rotella viveva a Milano, città in cui ha sperimentato la fusione dei manifesti con la fotografia, la tela emulsionata, le cancellazioni, la pittura manuale. Non dimenticando mai la sua vera natura, quella che sugli strappi e le sovrapposizioni ha creato un momento indelebile della nostra cultura contemporanea.
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