The Fields of Keukenhoff - Alain Carpentier Vertical Format - 30 Figure (92cm x 73cm) Acrylic pencil on canvas. The flat colours are worked in the thick acrylic material. Alain Carpentier is an artist based in Brittany whose paintings have been exhibited nationally and internationally in Germany, Japan, the United States, South Korea, Belgium, the Netherlands and China. Alain Carpentier's artistic expression and imagination are nourished by his numerous travels and the rich encounters that result from them. "My artistic approach? A technique that I call "The automatic line", essentially made with acrylic felt-tip pens and marked by black and white flat tints, glued materials such as zinc and leather constitute the identity of my work. White and black surfaces with repetitive lines, this writing is like a movement that does not support critical reflection. It requires the conjunction of very obsessive movements in which neither the conscience nor the will intervenes. The work I do, its profusion of signs and symbols, is an aid in art therapy work, helps concentration and the construction of the imagination. I "force" to make the effort to analyse and deconstruct what is banal.
I campi di Keukenhoff - Alain Carpentier Formato verticale - 30 figure (92 cm x 73 cm) Matita acrilica su tela. I colori piatti sono lavorati nello spesso materiale acrilico. Alain Carpentier è un artista bretone i cui dipinti sono stati esposti a livello nazionale e internazionale in Germania, Giappone, Stati Uniti, Corea del Sud, Belgio, Paesi Bassi e Cina. L'espressione artistica e l'immaginazione di Alain Carpentier si nutrono dei suoi numerosi viaggi e dei ricchi incontri che ne derivano. "Il mio approccio artistico? Una tecnica che chiamo "La linea automatica", realizzata essenzialmente con pennarelli acrilici e segnata da tinte piatte bianche e nere, materiali incollati come lo zinco e il cuoio costituiscono l'identità del mio lavoro. Superfici bianche e nere con linee ripetitive, questa scrittura è come un movimento che non supporta la riflessione critica. Richiede la congiunzione di movimenti molto ossessivi in cui non intervengono né la coscienza né la volontà. Il lavoro che faccio, la sua profusione di segni e simboli, è un aiuto nel lavoro di arteterapia, aiuta la concentrazione e la costruzione dell'immaginazione. "Costringo" a fare lo sforzo di analizzare e decostruire ciò che è banale.
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