FUWA FUWA, No. 11 Bottle by Yusuke´ Y. Offhause One of a Kind, the work is in two parts (ceramic and glass). Dimensions: D 6 x W 6 x H 14 cm. Materials: stoneware, porcelain, glass. Yusuke´ Y. Offhause: "My work often deals with a reformulation of trivial objects from everyday life, which I give, by a series of operations, transformations, and disconcerting appearances. It is based on pre-existing forms, such as plastic bottle and packaging for snacks, salads, cakes etc., found in supermarkets. These forms with such singular structures designed to be rigid with minimal plastic have inspired me to use them to generate new objects by changing the material that constitutes them. Instead of transparent plastic, I introduce a heterogeneous material, granular, composite, reminiscent of oxidized iron or archaeological remains underwater. The plastic shell is taken as a mold in which I blend material that I prepared by mixing various clays crushed to different degrees. Two firings and a glaze which solidifies completes the object. I replace the transparent plastic with noble materials, ceramic and glass. The ceramic element evokes an archeological piece and the glass element sketches the missing piece as a fantom object of the consumption of our times. Plastic has become for me an important subject of research because it symbolises the speed of our current society. This takes on the strange appearance of an object difficult to date, archaic and futuristic at the same time. This ambiguity of temporality, the false archaeological appearance interests me with its universal and contemporary resonance."
FUWA FUWA, No. 11 Bottle di Yusuke´ Y. Offhause Unico nel suo genere, l'opera è composta da due parti (ceramica e vetro). Dimensioni: P 6 x L 6 x H 14 cm. Materiali: gres, porcellana, vetro. Yusuke´ Y. Offhause: "Il mio lavoro si occupa spesso di una riformulazione di oggetti banali della vita quotidiana, a cui do, con una serie di operazioni, trasformazioni e apparenze sconcertanti. Si basa su forme preesistenti, come le bottiglie di plastica e le confezioni di snack, insalate, torte ecc. che si trovano nei supermercati. Queste forme con strutture così singolari, progettate per essere rigide con un minimo di plastica, mi hanno ispirato a usarle per generare nuovi oggetti cambiando il materiale che le costituisce. Al posto della plastica trasparente, introduco un materiale eterogeneo, granulare, composito, che ricorda il ferro ossidato o i resti archeologici sott'acqua. L'involucro di plastica viene preso come stampo in cui mescolo il materiale che ho preparato mescolando varie argille frantumate a diversi gradi. Due cotture e uno smalto che si solidifica completano l'oggetto. Sostituisco la plastica trasparente con materiali nobili, ceramica e vetro. L'elemento in ceramica evoca un pezzo archeologico e l'elemento in vetro tratteggia il pezzo mancante come un oggetto fantastico del consumo dei nostri tempi. La plastica è diventata per me un importante oggetto di ricerca perché simboleggia la velocità della nostra società attuale. Assume lo strano aspetto di un oggetto difficile da datare, arcaico e futuristico allo stesso tempo. Questa ambiguità temporale, la falsa apparenza archeologica mi interessa per la sua risonanza universale e contemporanea"
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